Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/208

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182 argonautica.

     1490Si tentâr l’uno l’altro; alfin d’insieme
     Si spiccarono, e lieto a’ suoi compagni
     E alla nave Giason ratto avviossi;
     Essa alle ancelle. E queste incontro corsero
     Tutte ad una; ma ella non s’accorse
     1495Di lor presenza, perocchè di lei
     Era alle nubi l’anima volata.
     Co’ piè da impulso natural sospinti
     Salse il celere cocchio: d’una mano
     Le redini pigliò, pigliò con l’altra
     1500La sferza acconcia a porre in corso i muli;
     E quei traverso alla città per filo
     La trassero alla reggia. È giunta appena,
     E Calcìope ansïosa a domandarla
     De’ figli suoi. Ma ne’ pensier di prima
     1505Tutta ella assorta, nè parole udìa,
     Nè rendeva risposta: s’assettò
     Su sgabel basso a piè del letto, e nella
     Sinistra mano declinò la gota,
     E sotto alle palpebre umidi gli occhi
     1510Avea di pianto in meditar qual rea
     Opra guidar col suo consiglio imprese.
Giason, poi che raggiunto ebbe i compagni
     Là ’ve lasciati aveali pria, con essi
     Ragionando ogni cosa a parte a parte
     1515Mosse allo stuolo degli eroi. Veduto
     L’han quelli appena avvicinarsi, e accorrono
     Ad abbracciarlo, a fargli inchieste; ed egli
     Della vergine a tutti i saggi espose