Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/276

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250 argonautica.

     Tosto Alcìnoo s’avvia, giusta il disegno,
     A promulgar di sua mente il decreto
     1555Su la donzella. Ha l’aureo scettro in mano
     Di giudicante, onde in città le liti
     Sono con retto giudicar disciolte.
     Cinti d’armi guerresche appresso a lui
     De’ Feaci i più prodi a torma vanno;1
     1560E fuor della città folla di donne
     Affrettavansi uscir desiderose
     Di veder quegli eroi; de’ campi accorsero
     Anco i cultori, udito ciò; chè Giuno
     Chiaro il grido n’avea sparso da prima.2
     1565E chi scelto dal gregge ivi un agnello,
     Chi una giovenca ivi adducea, non anco
     Doma a fatiche, altri di vin ricolme
     Anfore; e il fumo da lontan sorgea
     De’ sagrificii. Il genio lor seguendo,
     1570Portavano le donne adorni pepli
     Di assai lavoro, e fregi d’oro, e quante
     Han varie leggiadrie spose novelle.
     Ben fu ad esse stupor di que’ prestanti
     Il mirar le sembianze e le persone,
     1575E d’Eagro fra lor l’inclito figlio
     Che della lira al dolce suono, e al canto
     Col bel calzare il suol battea. Le Ninfe
     Tutte ad una, quand’egli in sua canzone
     Motto fêa delle nozze, il dolce, il caro

  1. Var. al v. 1559. De’ Feaci i primati in ordin vanno,
  2. Var. al v. 1564. Percorrer chiaro aveane fatto il grido.