Gli operosi lavori; o se de’ numi
Sudino sangue i simulacri, e paja
Udir ne’ templi rimbombar muggiti;
O il Sol dal cielo a mezzo il dì la notte 1700Su ’l mondo adduca, e scintillar le stelle
Si veggano nell’alto; in pari imago
Que’ prenci allor su ’l lungo lido erravano
Mesti, scorati. Il tenebroso vespro
Sopravvenne, e con atto doloroso 1705L’uno dell’altro stringendo la mano,
Si disser vale; e ricercando il dove
Da solo a solo in su l’arena steso
Strugga l’animo suo, qua, là ciascuno
Andò a prender suo loco, e tutti il capo 1710Ne’ pallii avvolto, impransi ancor, digiuni
Giacquer tutta la notte e molto giorno,
Presso a morir di miseranda morte;
E in disparte le ancelle accolte intorno
Alla figlia d’Eeta un lamentoso 1715Mettean compianto; e qual da cava rupe
Non ancor volatii caduti a terra
Augelletti di nido, un pipilìo
Fan di querule voci; o come al margo
Dell’ameno Pattólo il flebil canto 1720Muovono i cigni, e il rugiadoso prato
Ne risona all’intorno, e il vago fiume;
Quelle donne così sparse di polve
Le bionde chiome, un doloroso lagno
Facean tutta la notte. E oscuramente