Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/302

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276 argonautica.

     Emergerò de’ tuoi nepoti ad uopo. —
     Ciò gli venne a memoria, e consultarne
     Volle Giason, che ponderando in mente
     Gli oracoli d’Apollo, a lui rispose:
     2305Viva! Te al certo un glorïoso attende
     Eccelso onor: se quella gleba in mare
     Tu getterai, faran gli dei di quella
     Un’isola che fia soggiorno ai figli
     De’ figli tuoi; poichè Triton la tolse
     2310Dalla Libica terra, e a te la diede
     Ospital dono. Altro immortal che desso
     Non si fece a te innanzi, e a te la porse.
Questo disse, ed Eufemo il suo responso
     Non a vuoto mandò. Lieto di quella
     2315Oracolar promessa, in mezzo all’onde
     Gittò la zolla, e l’isola Callista
     Su da quella spuntò, sacra nudrice
     De’ nepoti d’Eufemo. Essi da pria
     Stanza tenean nella Sintiaca Lenno;
     2320Di là cacciati dai Tirreni a Sparta
     Trasmigrâr di soggiorno; e Sparta alfine
     Abbandonata, all’isola Callista
     Tera ne li adducea, figlio valente
     D’Antesïone, e l’isola da lui
     2325Tera poi si nomò. Ma fûr vicende1
     Giunte da poi che più non era Eufemo.
Con presto corso, un ampio mar lasciando
     Dietro sè gli Argonauti, afferrâr pria

  1. Var. al v. 2325. Tera detta poi fu: vicende tutte