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Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/66

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40 argonautica.

     Tu ne sei sì cortese. Io qui ritorno
     Tosto farò che tutto avrò di punto
     1070Conto a’ compagni miei. Ma tuo sia ’l regno;
     Tua quest’isola sia: non io disprezzo,
     No, la profferta tua, ma faticosi
     Me sospingono altrove aspri cimenti.
Tacque, e la destra a lei toccò; poi mosse
     1075Tosto a partenza, e intorno a lui giulive
     Di qua, di là mille donzelle aggiransi,
     Fin ch’è fuor delle porte, indi su celeri
     Carri gran copia d’ospitali doni
     Alla spiaggia recâr, quando già tutte
     1080Giason le cose avea racconte a’ suoi,
     Che Issipile gli disse; e agevolmente
     Gl’indussero a venirne ospizïanti
     Nelle lor case, perocchè d’amore
     Dolce in essi desìo destò Ciprigna
     1085All’industre Vulcan gratificando,
     Perchè a lui di viril prole novella
     Si rintegri di poi la sacra Lenno.
     Allor Giasone alle regali soglie
     D’Issipile n’andò: gli altri ove a caso
     1090Venne ciascun, ma non Alcide e pochi1
     Scelti compagni che restar con lui
     Voller presso alla nave. Immantinente
     Tutta fu lieta la città di danze
     E di convivii, e l’àer di fumanti
     1095Dapi odorava; e sovra ogni altro iddio

  1. Var. al v. 1090. Venne ciascuno, Ercole eccetto, e pochi