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parte. I preti sulla testimonianza del Berretta sostenevano e credevano di poter dimostrare ch’egli aveva trafugata una carta. Ora i Borrola, secondo ciò che gli aveva detto il Botola, erano andati a scovare delle nuove testimonianze. Intrighi sopra intrighi, intrighi d’avvocato, intrighi di sagrestia, mentre l’ortolana, il Boffa e gli altri malandrini gli minacciavano guerra di coltello. E Arabella osava parlare di pietà e di misericordia!...
Eran riusciti ad aizzarla contro di lui, mentre egli stava già per metterla in salvo. E mentre da una parte l’odio e il rancore eccitavano le solite furie, sentiva in fondo all’animo, in un luogo buio dove non arrivavano le voci dell’orgoglio, che questa benedetta figliuola gli faceva paura. Essere male giudicato da lei parevagli un castigo troppo duro, che non poteva sopportare.
Mosso dalla forza di questa paura, desideroso di gettare quasi un ponte tra lui e sua nuora, accese una candela, tolse via alcune carte, tirò avanti un foglio bianco e prese a scrivere lesto, sotto la dettatura d’uno spirito che comandava:
«Mia cara nuora,
Mi perdoni quel che ho detto in un momento di cattivo umore. Nella foga del discorso la parola ha detto ciò che non era nel mio pensiero, glielo giuro. E come potrei pensare cose meno che oneste e meno che buone di lei, cara mia figliuola, la più onesta e la più buona creatura ch’io conosco? mi perdoni e non mi tolga il suo affetto e la sua benevolenza.
In questo momento ho bisogno di un’amica che mi voglia bene e che mi assista. Il mondo mi giu-