Pagina:Arabella.djvu/332

Da Wikisource.

— 326 —

Botola, e perchè no? Digli che non gli conviene pigliar di fronte Olimpia, usarle delle durezze, perchè Olimpia potrebbe diventare un nemico pericoloso. Essa pretende d’aver visto mio padre entrare a prendere delle carte nella stanza della morta Carolina... Conosci questa storia?

— La conosco, la conosco, Olimpia me ne aveva già parlato una volta. È una testimonianza che conta un bel nulla.

— Tuttavia i parenti ci fanno su un certo calcolo; Olimpia chiamata a giurare sull’onor suo...

— Che non ha.

— O sulla sua coscienza...

— Che il diavolo ha portato a conciare.

— Come vuoi; ma è una donna che fa del chiasso: e non vorrei che per smania di vendetta tirasse la questione su questo terreno.

— Io dirò tutto questo a tuo padre e sarò ben contento di mettere la pace in una onorata famiglia... — Il Botola strinse nelle rughe un sogghignetto ironico e picchiando sul ginocchio di Lorenzo riprese: — Quando si tratta di una certa eredità di quattrocentomila lire, trovo che si può fare anche qualche sacrificio. La miglior maniera per placare Olimpia sarebbe di anticiparle i quartali di una buona stagione.

— Tu potrai suggerire anche questo... Se tu mi aiuti, Botola non avrai a pentirti di me. Altrimenti io dovrò fare altri debiti e, non potendo pagarli, finirò coll’ammazzarmi.

— Non dire queste brutte cose... — sogghignò il vecchietto.

— Son così stufo... — disse soffiando il Bomba.

— L’ammazzarsi non paga nessuno. Voialtri gio-