Pagina:Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu/360

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£96 Ascoli, Saggi ladini, L Ma dalle sorgenti dell’Adda, o dai confini dell’Engadina, noi siam cosi arrivati, con questi turbamenti dell’ó di *àn ed *ànt ecc., al contado milanese, a rasentar cioè il territorio dei dialetti che dicono emiliani, nel quale ritroviam facilmente che Yà delle medesime formolo si turbi, se pure ciò avvenga in modo diverso; e veramente si tratta di un medesimo principio alteratore (cioè della nasale, che altera Va, od anche un’altra qualsivoglia vocale, da cui sia preceduta), il qual principio potrà da ulteriori indagini essere mostrato in attività continua, per estensioni più o men larghe, dalle scaturigini del Reno in sino al confine marchigiano. Noi qui dobbiamo contentarci di addurre esemplari pavesi, quali son pdn lontdn, n-dnca, on comdnd, intdnt, che in realtà non tanto si avvicinano agli analoghi esempj di Busto che testé sentimmo, quanto da tali ortografie parrebbe, ma pur ci rappresentano correttamente la continuità del fenomeno alla quale alludiamo *. 2. Un’altra vena, che già avvertimmo come più volte s’intrecci con la precedente, ora ci mostrerà poco diverso giro, li! la vena delFe da à che sia fuor di posizione e non dinanzi a nasale. La trovammo abondante nelle varietà bormiesi, a oriente dell’Alta-Engadina, cioè del territorio che ne è tutto penetrato, e più ancora abondante per la valle della Mera/ a occidente del territorio stesso. Nella valle dell’Adda, a occidente dei bormiese, sarà per avventura più ricca di quello che a noi per ora sia dato di vedere; ma intanto abbiamo, nella parabola di Grosio (cfr. pag. 294), oltre chè casa (la cui ragione può esser diversa da quella del sinonimo chiè di Traona, Mt.), i participj: ramascè, majè 9 scomensè, pechè, consumè, tornò, resuscitò, domandò (allato a trovà, copà ecc., pure participj), ed a Brusio sentivamo 1 V. pel romagnolo, la nota a pag. 293-4. In un saggio che par di Vigevano, e bene è diverso da quello che si cita a pag. 297 n. 4, ma ò pur sicuramente di quella provincia, leggo: pion piano, quont, intontì inonz % % gigont^ quond, ecc. Pure nell’Alta Brianza abbiamo Vd ìuq per le formolo di cui ora si parla. Così tra i saggi di Bosisio ed Oggiono che mi fu dato raccogliere nel Seminario teologico di Milano: pon, twgn, tgnt, qugnt, gronda gnc (a Oggiono quest’o anche per l’*-d dell’infinito: purtg tiro, crompg; partic: purtd ecc.). E insieme raccoglievo da Saronno, che resta fra la Brianza e Busto Arsizio: pón, món, tónf, grdnd> dnca (e sd sale).