Pagina:Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu/60

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lii additamenti elementari.

vocale alle affezioni dell’atonia, per la ragione che vengono a dipendere dall’accento della parola successiva, ossia riescono in proclisi (v. p. 105 ecc.); e avvertiamo ancora, come vada considerata, per la sorte delle vocali átone nella singola parola, la particolar postura che esse tengano rispetto alla tonica; se, vale a dire, la precedano oppur la séguano, nel primo dei quali casi le diciamo protóniche, nel secondo: postóniche; ne vada inoltre trascurata la misura della distanza che le separa dall’accento, sia nel precederlo, sia nel seguirlo. Ma noi avremo frequenti occasioni di vedere, che pur la sorte delle consonanti possa dipendere dall’accento che signoreggia la parola; e così troveremo, a cagion d’esempio, che, in una certa fase dialettale (p. 513), date le combinazioni latine cl pl ecc. in mezzo alla parola e precedute da vocale, esse perdano la loro esplosiva se sono postóniche, e la conservino se protóniche. La qual regola si tradurrebbe nella formola seguente:

l = v̱'cl- v̱'pl- ecc.

cl ecc. = v̱'cl-’ ecc.1.

Circa la vocale accentata, va naturalmento considerato, se nell’archetipo ella sia lunga o breve, in posizione o fuor di posizione. Abbiamo così veduto di sopra, che l’it. suóno (spagn. suéno) abbia l’ perchè si tratta di un o breve accentato latino (ó), laddove

colȯre ha un o scempio e chiuso (), perchè si tratta di un o lungo accentato latino (). Ma nella posizione, l’italiano non può mai avere il dittongo per l'ȯ latino, laddove lo spagnuolo, per dire di lui solo, il può (fuérte ecc.). Nella posizione, del resto, può ancora scernersi la vocale che per propria sua natura fosse lunga (v. p. 34-6, ecc.), o sin da’ tempi romani assumesse un suono chiuso (locchè torna qualitativamente al medesimo); e non è punto un capriccio del linguaggio se noi diciamo, con apparente incoerenza, giusto (jūsto-) e forca (fŭrca), oppure spe̱ndere e vẹndere. E parecchie distinzioni vanno ormai o andranno fatte circa la diversa qualità della posizione che v’ebbe o dura nelle vario fasi evolutive



  1. È comodo il rendere in majuscole, o majuscolette, le combinazioni o gli elementi della lingua fondamentale, da cui si ripete la ragione del fenomeno studiato.