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Nobilis universitas bobacteriorum Urbis
PER le corporazioni di Roma, anche nel tempo del basso medio evo, si hanno certo più scarse notizie, che non per quelle di Milano e di Firenze, in cui il sistema corporativo fu della massima importanza. Chi poi volesse risalire i secoli barbari, troverebbe invero maggiore oscurità e potrebbe fors’anche smarrirsi attraverso l’intrigato cammino. L’Hartmann, in un recente opuscolo1, dette in abbozzo una storia delle corporazioni artiere, facendo vedere, fin dove gli fu possibile, la continuazione di esse dall’epoca romana. Durante la republica vi furono, come ben si sa2, otto collegi di arti; nell’impero aumentarono, e basterebbe scorrere il codice Teodosiano, per poter aggiungere altri nomi di arti ai già noti. Ma questi collegi assunsero natura e forma diversa, col tramutarsi delle condizioni economico-sociali, in cui versava l’antico popolo romano. È noto che questo considerò sempre come precipua fonte di ricchezza la proprietà e la cultura