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218 F. Nitti

Chisa che erano mete parole dubie, sospese et captiose; et volendo pure Nostro Signore correggerne qualcuna, li declaromo non le poter mutare, onde per non restare solo et constrecto da necessità, per non desperare questi altri, ha facto qualche provisione et demostrazione in favor loro. Ma le ha ben tanto differite perchè non faccino fructo che non possono essere a tempo, sperando pure che il re conosca el suo buono animo, el’quale nacque in questa dispositione si per conto de la patria, sì etiam per la proprietà de la casa nostra, e conoscendo anchora che non è amicitia al mondo che più facci per la Chiesa che quella del re Christianissimo che per natura è devotissimo df quella. Ma questo re ha di più lo accidente del parentado nostro; et se la ragione non esce del corso suo, tucte queste cose militano anchora in favore di Sua Maestà, la quale non ha anchora provato la fede nè la mente de li altri principi, ma la può bene come prudentissinu inmaginare.

Voi farete questo discorso con la excellentia del duca, la quale intenderà meglo anchora che non habbiamo saputo esprimere, et quando la confidi far fructo advisate volando, che opreremo tanto che Nostro Signore li manderà el mandato libero; et dateci notitia distintamente d’ogni cosa, et quello che si può fare, et quello che ha difficultà, et quello che sarebbe el iuditio di sua excellentia, la quale desiderremo per questo conto si transferissi a posta a quella Maestà et tractassi tucto con più reputatione et con più vantaggio che sia possibile, perchè quello di buono farà per noi, farà in fine per se medesima.


IV.


1519, 17 giugno. Istrumento pubblico, rogato da Piero Ardinghelli notaio e segretario del papa, tra Leone X e don Luigi Caroz, ambasciatore di Carlo, re di Spagna.


[Arch. cit. Mss. Torrigiani, busta II, fascicolo vii, inserto 3°.]


In Dei nomine amen. Anno ab eius nativitate millesimo quingentesimo decimo nono die vero decima septima mensis iunii, pontifìcatus Smi D. N. Leonis divina providentia pape X anno septimo. Actum Rome in palatio apostolico in camera rmi domini cardinalis Sanctorum Quatuor, presentibus ibidem dicto rmo domino cardinale Sanctorum Quatuor et spectabili viro domino Antonio Betriano laico, legationis Hispanice secretario, testibus ad infrascripta specialiter vocatis habitis atque rogatis. Per hoc publicum instrumentum cunctis pateat et sit notum qualiter: