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Memoriale di Paolo dello Mastro 61

Chi getti appena uno sguardo su questa breve serie di manoscritti si avvede subito che un primo criterio per l’aggruppamento di essi è dato dal diverso modo con cui principiano, dalla diversa forma dell’inizio di ciascun notamento e dalla presenza o assenza dì alcune notizie private. Pertanto i manoscritti da noi enumerati debbono classificarsi come segue:

Classe 1a A.

Classe 2a B, C, D, E, F, F’, H, I1.

Infatti A comincia con un proemio che manca in tutti gli altri manoscritti, i notamenti di esso cominciano tutti colla formola «Recordo io Pavolo», che è soppressa negli altri; inoltre A contiene una serie di notizie, riguardanti la famiglia del diarista, che mancano, ad eccezione della prima, in tutti gli altri manoscritti. Si aggiunga inoltre che l’idioma di A conserva ancora in gran parte, come si vedrà appresso, le forme proprie del romanesco, del quale si servì senza dubbio l’autore, mentre gli altri manoscritti sono alterati per modo che le forme toscaneggianti predominano.

Cosicchè per le ragioni che abbiamo esposto A ci rappresenta il Memoriale in una forma molto vicina all’originale, e se non dipende direttamente dall’originale, certo proviene da una copia vicina ad esso, secondo si può arguire, oltre che da quel che si è detto, anche dal fatto che l’amanuense qua e là non sa sciogliere le abbreviature, talora pone de’ puntini dove non riesce a leggere, oppure ci offre una lezione errata2.

    «Lo scrittore non solo compendia, ma sopprime non di rado, con animo d’apologista ecclesiastico. Più spesso ancora amplifica da cerimoniere, assumendo anche particolari dal Diario di Paolo dello Mastro».

  1. Si trascura G che, come s’è visto, è copia di D.
  2. Veggansi i notamenti XX, XXV, XXXIX, XXXXII, XXXXIII, LV, LVIIII, LXXIIII, LXXXVII.