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32 L. Caetani

Similmente gli attriti tra i maestri delle cerimonie ed i vari ufficiali della corte gli danno luogo sovente a futili racconti ed a stizzose osservazioni1. Un altro lato dell’indole sua ci si rivela nella sua condotta in quanto si attiene alla parte più proficua e lucrosa del suo ufficio, voglio dire le regalie.

Alla venuta d’ogni ambasciatore, o principe, o sovrano, o altro personaggio d’importanza, ad ossequiare il papa; durante i conclavi; quando i cardinali ricevevano il berretto rosso, o quando ottenevano il pallio, quando infine morivano ed in numerosissime altre occasioni anche di poco momento, l’ufficio dei maestri delle cerimonie riceveva certe somme determinate, il cui ammontare era fissato dalla consuetudine e che potevano variare dai quindici scudi ai cento ducati. Ogni nuovo cardinale era tenuto a sborsare quest’ultima cospicua somma nella cassa Comune dei maestri delle cerimonie, ed è appunto in occasione di quella regalia, che vediamo l’Alaleone svelare spesso sentimenti molto vivaci ed alcune volte poco convenienti alla dignità della sua carica e fuori di luogo in un diario puramente cerimoniale, rivelare insomma una tal qual cupidigia del danaro, che lo spinge ogni tanto a confessioni inattese. Il fatto è che dalla coscienziosa accuratezza con cui nota ogni regalia ricevuta, l’ammontare di essa, la persona che l’ha data ed altri inutili particolari, noi possiamo convincerci che il ricevere ognuna di queste regalie, era uno degli eventi principali della sua vita intima2.

Al conseguimento delle regalie univansi amarezze e dispiaceri; v’erano, per esempio, dei cardinali renitenti da

  1. Diarium, 6 XI 1584; 20 XI 1584; 30 X 1586; 24 XII 1586, &c.
  2. Ad ogni versamento l’A. ci dà il nome del donatore, ci spiega il motivo della regalia ed indica il giorno, l’ammontare della somma, i nomi dei banchieri incaricati del versamento &c.