Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/269

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rassegna bibliografica 265

buivala, in piena e assoluta sovranità, a sè, come imperatore, e alla sua discendenza, per diritto ereditario. E fu guerra a oltranza, senza requie e senza pietà; della quale credo superfluo riandare le origini e le vicende, per non riferire cose; assai note, e per non dipartirmi dai limiti che ho determinati a questa rassegna. Basti dire che la chiesa, dopo avere, sotto Innocenzo III, separata la Sicilia da ogni legame coll’impero; e tentato vanamente, sotto Innocenzo IV, di ridurla alle sue mani in diretto dominio; s’avvisò, per il meglio, di porvi un re vassallo, affatto indipendente dalla corona imperiale e devoto alla sede apostolica: e poichè non isperava di ridurre all’ubbidienza l’altera razza degli Svevi, cercò altrove un campione, e fu Carlo d’Angiò; al quale, stabiliti prima accuratamente i patti dell’accordo, venne concessa dal pontefice l’investitura del Regno (28 giugno 1265), riservandosi e mantenendosi largamente i diritti della chiesa. Tale fu l’opera che Urbano IV iniziò, e Clemente IV proseguì con ardore e condusse a termine, in mezzo a grandissime difficoltà, dal giorno in cui l’avventuriero francese mosse dalla Provenza, accingendosi con ispensierata arditezza, scarso di moneta e di forze, all’ardua impresa di conquistare un regno e distruggere una dinastia.

Da questo tempo cominciano i documenti del codice diplomatico che abbiamo ad esaminare; e fin da principio, tra molti già pubblicati in altre raccolte, ne troviamo alcuni inediti non senza importanza, Il più antico degl’inediti è un privilegio di re Carlo alla città di Benevento, del dì 8 di luglio 1265 (I, 5), del quale occorrerà di riparlare a proposito delle stragi avvenute in quella città dopo la battaglia del 26 febbraio 12661. Viene poi una lettera patente del medesimo re ai suoi vicari e capitani nel giustizierato degli Abruzzi, data da Roma il 15 di luglio (I, 7); nella quale concede facoltà ai detti suoi ufficiali di ricevere il giuramento di fedeltà da tutti e singoli gli uomini di quel giustizierato, e di procedere con mero e misto impero contro i ribelli: notevole documento, che dimostra come re Carlo esercitasse

  1. È tratto da! codice degli statuti della città di Benevento, che si conserva nell’Archivio comunale di quella città.