Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/141

Da Wikisource.

rassegna bibliografica 137

L’autore nostro, toccando di questi vari modi di principiare l’anno, dice che in Italia prevalse sopra ogni altro il sistema di cominciare l’anno dalla Natività (pag. 212); ma vuolsi fare eccezione per Firenze e per molti luoghi della Toscana, dove la data dall’Incarnazione ebbe la preferenza; non esclusa Pisa, che per altro anticipò d’un anno il computo fiorentino. È poi il signor Gloria incorso in un errore di fatto, dove afferma che allo stile dei Pisani s’accordarono Siena e Lucca: mentre la prima seguitò senz’eccezione lo stile fiorentino; e la seconda s’attenne generalmente, salvo ne’ più antichi tempi, alla data della Natività1.

Sopra l’indizione una cosa sola è da notare. Delle tre specie di essa; costantinopolitana, che ha principio dal primo di settembre, la costantiniana, o cesarea, o italica (21 settembre), e pontificia o romana (25 dicembre, o primo di gennaio); il signor Gloria dice generalmente usate in Italia la prima e la terza (pag. 328). Ma non è esatto mettere così da parte l’indizione italica: la quale, per quanto si ritrae dai documenti, e come autorevolmente dimostra Filippo Brunetti2, fu costantemente adoperata in Firenze, Pisa, Siena e in altre città toscane, mentre altri luoghi della Toscana medesima seguitarono l’indizione costantinopolitana o la pontificia3.


  1. Notizie comunicatemi dall’egregio sig. cav. Salvadore Bongi, direttore dell’Archivio lucchese, mi pongono in grado di stabilire che la data ab Incarnatione durò in Lucca fin verso la fine del secolo xii; nel qual tempo s’introdusse la data a Nativitate, che per alcuni anni fu usata promiscuamente colla prima; e rimase poi senz’eccezione, Il computo ordinario degli anni lucchesi. Della data ab Incarnatione secondo lo stile pisano, si trova qualche esempio nel tempo che Lucca fu governata dai Pisani: ma ciò non può costituire una regola generale.
  2. Cod. Dipl. Tosc., tom. I, pag. 32-34.
  3. La stessa varietà nell’uso dell’indizione si ravvisa negli antichi atti pontificii; notando Filippo Jaffè, nella sua prefazione ai Regesta Pontificum, che l’indizione costantinopolitana si trova usata dal 584 al 1087; e che in seguito, fino al 1098, vengono adoperate promiscuamente, talvolta anche da uno stesso pontefice, la cesarea e la romana.