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fra venezia e ravenna | 49 |
cende di questa età; egli erode Belisario untore dell’incendio e della calunnia contro a Matasuenta, da lui divulgata per distrarre gli animi da’ suoi maneggi. Che se Procopio narra il dolore di Vitige all’udire i sospetti sulla moglie, è da ricordare che lo storico è greco e parziale; nè alle orecchie del re giunse forse la novella, o uditala ne rise con la fidata compagna.
[Ambasceria e guerra di Persia.] Ma neppure ai Goti mancò l’avvedutezza politica. Chè quando la fortuna delle armi minacciava di voltare alla peggio, un vecchio guerriero sorse un di nel Consiglio e ricordò come l’imperatore non avesse potuto mai guerreggiare validamente in Italia senza aver ferma pace coi Persiani. - E di lì a poco due preti di Liguria (chè ambasciatori Goti sarebbero stati agevolmente ravvisati alle fattezze ed alla favella) si mettono in via; l’uno d’essi si finge vescovo, l’altro suo ministro, passano per la Tracia dove prendono un interprete, ai confini dell’impero cercano di fuggire gli sguardi de’ soldati che però trovano poco vigilanti, e finalmente sono ai piedi di Cosrue. A lui dicono che l’imperatore vuole insignorirsi di tutta la terra, e che già la crede sua pe’ diritti di Roma signora delle genti. Tanto bastava a risvegliare le antiche ire del re dei re, e la guerra fu decisa per la primavera. In questo mori l’infinto vescovo, e l’altro prete non sapendo come annunciare ai Goti il lieto fine della ambasceria, mandò a Ravenna l’interprete, e rimase fra i Persiani a vedere come alle promesse i fatti tenessero dietro. - Ma l’interprete fu fermato a’ confini dell’impero, ed interrogato, tutto palesò. Risaputi i maneggi di Vitige e la futura guerra di Persia, Giustiniano cerca pace in Italia, e Domenico e Massimino suoi messi giungono tosto a Ravenna: chieggono un tributo a tutti i Goti che abitavano a mezzogiorno del Po te la metà del regio tesoro: l’imminente pericolo vietava all’imperatore di cercare di più. Vitige accettò volonteroso questi patti, ma a Belisario, dopo tanta contrastata vittoria, parvero troppo picciol frutto, e non li volle. Allora i Goti che più non poteano difendersi, cercarono salvezza nell’ambizione, nella cupidigia medesima del vincitore, e pregarono Belisario a regnare su di loro, a farsi restauratore dell’impero d’occidente, a compiere la grande opera da Teodorico solamente tentata.