Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/629

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annunzi bibliografici 335
La Strage di San Bartolomeo, Munografia Storico-critica (dalla North British Review), con introduzione ed aggiunta di documenti inediti tratti dall’Archivio generale di Venezia, per Tommaso Gar. In 8.0, di pag. 131. Venezia, Stabilim. tip. di G. Antonelli, 1870.


Non v’è storia generale parziale che non registri non racconti con più meno particolari questo tra i più famosi avvenimenti dell’età moderna. Che bisogno c’era dunque di venir fuori con un libro su questo argomento? A una tale domanda, che spesso si suol fare con molta ragione per parecchi libri, chi legge la monografia inglese egregiamente tradotta illustrata e di nuovi documenti arricchita da Tommaso Gar, risponderà, che quando la storia di fatti notissimi ò scritta a questo modo, le umane cognizioni se n’avvantaggiano, percliè sono passi giganteschi per iscoprire la verità che una trista arte di stato o le passioni degli uomini cercano d’occultare di falsare. Lo scrittore inglese (di cui il traduttore non ci ha palesato il nome) non iscelse l’argomento per una. di quelle esercitazioni rettoriche che posson fare ammirare l’abilità dell’artista; ma ebbe il proposito d’interrogare quanto più poteva testimoni per mettere in chiaro, non già i particolari della strage nefanda, ma i lini più occulti, gli autori e gl’istigatori, i complici più meno accusati giustificati dalli scrittori precedenti: e investigando negli archivi d’Europa, esaminando tuttociò che altri hanno detto, e venuto a dimostrarci come l’esterminio degli Ugonotti fu cosa freddamente premeditata e calcolata; e che, se per alcuni fu movente il fanatismo religioso, per altri fu la malvagia politica che in quel secolo prevaleva. La esposizione procede franca, spedita, senza incertezze: non v’è una parola che non sia stata ponderata e non abbia il fondamento in prove e in testimonianze autorevoli. Non ci par di trovare il cattolico nè il protestante che accusa e scusa e difende, ma il giudice imparziale che ha conosciuto intimamamente le persone sulle quali vuol pronunziare la sua sentenza, e i fatti ha esaminati con calma e ponderazione. L’argomentazione apparisce senza le lungaggini fastidiose di chi vuol dire tutto quello che ha pensato, supponendo il lettore disattento o incapace d’esercitare il proprio intelletto. È un bell’esempio insomma del modo come gl’Inglesi esercitano l’arte critica, e di tutte le cose fanno avvertire gli aspetti non considerati prima da altri.

G.