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I PORTI DELLA MAREMMA SENESE


durante la repubblica




NARRAZIONE STORICA CON DOCUMENTI INEDITI


DI LUCIANO BANCHI




(Ved. tom. XI, par. II, pag. 73)


Capitolo Sesto.


Sommario.


Il dominio visconteo in Siena e il nuovo governo. - I Fiorentini occupano Livorno, e i Senesi provvedono a migliorare Talamone. - È occupato dall’armata di re Ladislao e dai Genovesi. - Sollecitudini dei Senesi per ricuperarlo. - Risposte del papa dei Genovesi e de’ Fiorentini. - Tradimento non riuscito. - Le milizie della Repubblica ricuperano il castello, poi la rocca di Talamone. - Rappresaglia dei Genovesi. - Si provvede ai restauri ed alla miglior guardia di Talamone. Possedimenti della Repubblica in Talamone. - Nuovo trattato coi Catalani. - Alfonso d’Aragona a Talamone (1401-1450).


Gli anni della signoria viscontea passarono senza nissun utile provvedimento per la maremma senese. Gli animi erano inquieti, e la fazione vincitrice non si estimava tanto sicura da poter attendere alle cose di fuori, mentre in città nè le condanne né gli esilii bastavano a sottomettere l’universale dei cittadini al dominio del duca Gian Galeazzo, che si era fatto signore anche di Perugia e di Pisa. Ma, com’era facile a prevedere, il popolo si stancò presto di quella nuova tirannide che per soprappiù aveva il difetto di non essere paesana; e licenziato il luogotenente ducale, surse un nuovo governo, composto di dieci cittadini, appartenenti agli ordini dei Nove, del Popolo e dei Riformatori. Le due repubbliche