Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/139

Da Wikisource.

copernico 135

dotti del suo tempo. Questo carteggio in 49 volumi in folio sta negli archivi vescovili di Frauenburg; una parte che ne era stata portata via da Gustavo Adolfo re di Svezia nella guerra de’ trent’anni, fu nel 1833 dal governo prussiano ricuperata: altre si scopersero dappoi nella biblioteca dell’università di Upsala; e il governo prussiano, colla generosità letteraria che gli è propria, le mise a disposizione del dott. Hifler, il quale ne trasse una vita di Copernico, che corregge e supplisce le precedenti.

Resta ivi accertato che Niccola Copernico nacque il 19 febbra 1473 a Thorn, da Niklas Copernik, negoziante d’estese relazioni, e da Barbara figlia di Luca Watzelrode e sorella d’altro Luca vescovo di Ermland. Probabilmente studiò in paese, e nel 1491 trovasi ascritto all’università di Cracovia, dove allora dettava il famoso matematico Alberto Blar (Brudjewski). A tale scuola Copernico professossi poi debitore di quanto seppe nella matematica, e commentò le opere di Peurbach e di Regiomontano.

Finiti i quattro anni, avendone 22 tornò in Prussia, e dallo zio vescovo, suo particolar protettore, ebbe un canonicato a Frauenburg (1495). Prima di conseguir la nomina era prescritto si studiasse per tre anni in una università la teologia, la giurisprudenza o la medicina. Pertanto Copernico venne a Bologna (1497), e applicossi al diritto; della quale scienza seppe valersi più tardi per difendere i privilegi del vescovado principesco di Ermland contro le pretensioni dei Cavalieri Teutonici, allora potentissimi.

Mentre però studiava diritto, perfezionavasi nelle matematiche e nell’astronomia, e principalmente col frequentare Domenico Maria ferrarese domenicano, che probabilmente fu il primo che gli istillasse dubbj sul sistema tolomaico.

Aveva qui menato seco il fratello Andrea, e il mantener questo e sè lo pose in quelle strettezze che gli studenti conoscono, finchè non lo soccorse lo zio, vescovo di Warmia.

Nel 1500 a Roma, dov’ebbe famigliarità col celebre Regiomontano, leggeva matematiche a numeroso uditorio1. Egli

  1. «Doctor meus Bononiâ non tam discipulus quam adjutor et testis observationum doctissimi viri Dominici Mariae: Romae autem, a. d. MD, natus annos plus minus vigintiseptem, professor in athematum in magna