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Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/154

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150 prima poscritta alle osservazioni

dimostrato pel simil modo, che Aldobrado non è uno spettro, ma un poeta vero e reale, ed anteriore a Guittone, poiché questi potè imitarlo, e anche frantenderlo.

15. Dicevamo più sopra, che si può dimostrare la falsità di un manoscritto, provando ch’esso contiene cose posteriori alla pretesa sua antichità. Ma per contrario si può anche in modo positivo, e non solo per semplici induzioni, dimostrare la sincerità di un antico documento. Molte antiche notizie prima ignorate ci vengono di tratto in tratto rivelate da documenti novellamente scoperti. Supponiamo adunque, che, come difatti avviene, le Carte d’Arborea contengano nomi o fatti d’altronde ignorati, la verità dei quali sia confermata da documenti posteriormente tratti alla luce; la sincerità di quelle carte ne verrà dimostrata in modo incontrastabile. E da prima noteremo, che nomi e fatti rivelatici per mezzo dei frammenti palimsesti dell’orazione di Cicerone pro Scauro, e di iscrizioni scoperte nel corso di questo secolo, si trovano parimente nelle Carte d’Arborea; il che non solo esclude necessariamente ch’esse siano una falsificazione del secolo XV, come pretende il Tola; ma gli stessi dotti di Berlino, volendolo assolutamente spurie, dovettero dichiarare che la falsificazione era posteriore al 1840, e per alcune al 1856. Ma essi in parte ignorarono, in parte non posero mente, che parecchie di tali scoperte sono posteriori alla publicazione di dette Carte: onde rimane escluso non solo il sospetto, ma perrino la possibilità, che siano una recente impostura. Esempii notabilissimi ne abbiamo nelle notizie intorno al regno di parecchi giudici forniteci dalle Carte di Arborea, e nominatamente dalle pergamene 5.a e 4.a, publicate fino dagli anni 1846 e 1849; notizie che si trovano confermate dalle publicazioni posteriori, del Liber Jurium Reipublicae Genuensis e del Codice diplomatico di Sardegna del Tola: come altrove dimostreremo, dando la serie di quei Giudici emendata colla scorta concorde delle Carte di Arborea e dei diplomi, fra cui molti inediti, tra i quali parecchi di Pisa, e quelli di Montecassino, promessimi dalla cortesia del celebre Padre Luigi Tosti. Altri esempii di notizie delle Carte di Arborea confermate da scoperte posteriori abbiamo recato nelle precedenti Osservazioni (§ 101-106); alcuni qui ne aggiungeremo assai notevoli.

16. In una Cronaca arborese, stata publicata lino dall’anno 1860 dal Decastro, e ristampata nella Raccolta del Martini, si legge (Martini, pag. 250, not. E), che, poiché dai Vandali fu rotto l’antico acquedotto romano, i Cagliaritani «utebantur de antiquioribus cisternis in montibus circumstantibus positis e coeli aquis ibi collectis, et maxime e mana cisterna ante anphiteatrum posita, et ex aliis in sequentibus montibus positis, usque ad iter quod