Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/490

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484 rassegna bibliografica

imperocché l’uomo non possa rimanersi nel mezzo; e se mira alla mediocrità, si trovi a cogliere sempre al di sotto, e s’accasci sulla terra; e rinunciando al cielo, come non agitandosi per la ricerca della vita assoluta, venga a Unire nel nulla. Io quella società nana ogni cosa è dunque monca della sommità. E alla morale manca l’eroismo, alla reggia la musa reale, ai versi la poesia, alla filosofia la metafisica, alla vita l’immortalità, imperocchè manchi Dio in cima di tutto ciò. E se sfuggono il pericolo sfuggendo la grandezza; ed evitano di credere alfine di evitare lo scetticismo; per non avere la giornata di Cheronea, si astengono pure da quella di Salamina. Gente degna d’invidia, voi dite: essi durano già da più che cinquemila anni. Lo credo. Ma dubito assai, che in tutte quelle migliaia d’anni abbiano avuto un sol giorno di vita»1.

Dalla Cina il Bunsen viene indi ai popoli Batrii. I quali dediti dapprima a superstizioni mitologiche, avevano pure la credenza nella lotta tra la luce e le tenebre: lotta che Zoroastro indirizzava moralmente, insegnando come s’avesse a intendere per la lotta tra ’l bene e il male. Questo si proponeva; ma, alla pari di Socrate, quale ateo e fazioso era sottoposto al giudizio de’ Seniori. Sicuramente egli esponeva loro che senza volere in nulla opporsi e contrastare al culto emblematico delle due forze2, era di parere che si avesse a interpetrare e mettere in armonia col culto dovuto alla divinità; il quale consisteva nell’offerirgli la purezza morale e la virtù. Esponeva, come non fosse suo intendimento di assegnare un uguale governo sul mondo al genio del bene che a quello del male; imperocchè dando al primo tutta la potenza produttrice del vero e del buono, cioè dell’essere; al secondo non attribuiva che i fenomeni del non essere: il quale però, per il medesimo suo principio, col tempo aveva a cedere e a scomparire davanti il continuo espandersi del primo. 3 Poco a

  1. Edgar Quinet, Le Genie des religions, Lib. III, pag. 224-5. Edizione Paguerre, 1857.
  2. «il est deux Génies; également libres, ils régnent sur la pensée, la parole et l’action; ce sont le bon et le méchant. Entra eux deux il faut choisir; choisissez donc le bon Génie» (pag. 118).
  3. Pag. 124.