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Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/498

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492 concetto storico, civile e morale

vincitrice superba che doveva esserne vinta e punita, rendessero possibile il predomino, d’una religione, nonchè d’una setta: la mente e l’anima di Virgilio non si poteva a una setta aggregare, ma l’istinto della eletta sua natura da sè Io portava a trascegliere e appropriarsi le cose che a sè paressero meglio confacenti. Dico paressero, giacchè il lume della rivelazione non lo aiutava direttamente, ma la rara indole e il culto del buono lo rendevano degno di grazia speciale e di ispirazioni quasi vaticinanti. È un’ispirazione che dipinge il lavoro intimo della sua mente la locuzione ch’egli usa parlando delle api venturae hyemis memores1; perchè le memorie sono in vero presaghe, e il più lontano passato porta in sè il più lontano avvenire. A lui meglio ancora s’appropria il suo verso Quique pii vates et Phebo digna loculi2; e nel quarto delle Georgiche invocando il nume d’Apollo, e’ non ripete un nome vano, ma si sente che spera in una divinità con fiducia umilmente affettuosa.

Del resto, anco spiriti men alti non davano agli insegnamenti d’Epicuro un’intenzione tutta animalesca; e potrebbesi giurare che il Greco intendesse il piacere in senso men vile che il Bentham l’utilità. In quanto il bene è la più cara gioia dell’anima, in quanto egli è bello, e il bello non può non essere dilettoso, principio e cagion di tutta gioia3, Virgilio poteva consentire a Epicuro. E quegli atomi stessi, che Lucrezio vede fluttuare nel vuoto come un mare d’uncini aggrappantisi a caso e formanti l’ordine dell’universo, altri Epicurei li potevano intendere come qualcosa di simile ai vortici cartesiani, come i moti d’un etere, mezzo tra lo spirito e la materia, anzi come le forze d’attrazione e d’affinità, che i Fisici ragionanti non possono non discernere dalla materia agitata. Certo è che in Virgilio e’ non sono rampini nè graffi, ma semi de’ primi elementi, e dallo svolgersi di quelli concrescono tutti i principii delle cose4. Ognun vede come l’idea d’esordio sia meno grossolana che quella di materia; e ancor meno materiale il concetto di germe. Questa parola

  1. G. 4.
  2. E. 6.
  3. D. I. I.
  4. B. 6.