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508 concetto storico, civile e morale

velo una terribile verità: cioè che il cuore ne’ suoi traviamenti è talvolta sedotto sin dalle affezioni innocenti. Non solamente l’ammirazione dell’eroe e la pietà dell’esule aprono le vie dall’amore nell’anima della regina infelice1, ma sin la tenerezza del figliuoletto dispone lei a sentire desiderabili d’altra sorta tenerezze; e il poeta lo dice poi: Nunc gremio Ascanium genitoris imagine capta, Detinet, infandum si fallere possit amorem; e lo dice da ultimo nelle supplichevoli sue doglianze ella stessa: «se almeno i’ avessi, innanzi la tua fuga, potuto avere una prole di te, se vedere un Enea pargoletto scherzare nella mia reggia, se cogliere in esso l’immagine tua, mi parrebbe di non essere al tutto ingannata e deserta».

Abbiam visto il luogo che tiene nell’incendio della patria questo fanciullo, che non poteva esser parte d’un’epopea se non quanto porgeva il destro a mostrare quant’hanno gli affetti domestici di soave e di sacro. E il poeta conduce anche questa orditura del suo lavoro con arte delicatissima, che solo l’affetto dell’anima gli poteva insegnare. La madre, nel dileguarsi com’aura leggiera o come visione volante nel sonno, addio, dice all’esule, et nati serva commimis amorem2; più semplice e però più bello di quel ch’è sì bello in Properzio: Nunc libi commendo, communia pignora, natos; Haec cura et cineri spirai inusta meo3. Nel raccomandargli il figliuolo, Creusa è madre e moglie presaga de’ futuri pericoli del marito e de’ destini di Iulo, che sono i destini d’Alba e di Roma. Lo rivediamo ne’giuochi celebrati, come rito religioso e civile e guerriero, al sepolcro dell’avo, e guidare la schiera adolescente de’ cavalieri; e anche qui un cenno alle domestiche memorie degli esuli tutti e di tutta la nazione: Quos omnis euntes Trinacriae mirata fremii Trojaeque Juventus.... Excipiunt plausu pavidos, gaudentque ruentes Dardanidae, veterumque agnoscunt ora parentum4.

All’annunzio de’ legni che ardono, primo Ascanio interrompe gli equestri esercizii e accorre al pericolo. Quando, appro-

  1. E. 4. Quam forti pectore et armis!... Heu quibus ille jactatus fatis?
  2. E. 2.
  3. El. di Cornelia.
  4. E. 5.