Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/549

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annunzi bibliografici 543

gare quando le città di Brescello e di Reggio divennero colonie romane; quali fossero le strade che intersecavano fin d’allora il territorio Boico; e quali fossero i monti, ricordati più volte da Tito Livio co’ nomi di Suismontium, Balista e Letum. Lo stesso socio diè larghe notizie intorno la vita e le opere degli artisti reggiani, vissuti tra il cadere del secolo scorso e il cominciare di questo. Il dott. Giuseppe Turri trattò della tipografia in Reggio nel secolo XV. Il prof. Bernardino Catelani ricercava le origini di alcuni vocaboli che sono in uso a Reggio, e parlava della probabile signi ficazione dell’aggettivo tardus usato da Virgilio nelle Georgiche. Il socio Giovanni Sforza ragionò della vita e delle opere del poeta Giovanni Raffaelli, che fu segretario benemerito della Deputazione, e chiuse le tornate del 1869 con un suo umile voto, ed è (sono parole dal cav. Antonio Cappelli) che riconoscendo noi tutti il bisogno di una Bibliografia generale degli statuti italiani, le nostre Deputazioni ripartiscano il lavoro ai soci delle diverse Provincie, con incarico ad ognuno di raccogliere e descrivere solamente quelli del proprio paese, come egli accetta di fare e di presentare fra non molto la Bibliografia degli statuti della Lunigiana, sua patria.

G. S.



Carrara e la sua Accademia di Belle Arti, riassunto storico scritto dal conte Emilio Lazzoni segretario e professore di storia ed estetica. - Pisa, coi tipi de’ fratelli Nistri, 1869; in 8vo di pag. 132.


In otto parti divide il suo Riassunto storico il conte Emilio Lazzoni. Nella prima parte ragiona delle arti, dell’industria e del commercio nella valle del Carrione dalla scoperta delle miniere marmifere alla fondazione dell’Accademia; la quale ebbe vita ai 26 di settembre del. 1769 per opera di Maria Teresa ultimo flato de’ Cybo. Narra nella seconda parte il nascere e il fiorire dell’Accademia dal 1769 ai 1805; racconta nella terza a quali vicende andasse soggetta sotto il governo de’ napoleonidi e quante cure vi spendesse attorno l’Elisa Baciocchi e quanto lustro le desse l’avere a segretario Giovanni Fantoni, noto tra gli Arcadi col nome di Labindo. Nella quarta parte ne fa conoscere come l’Accademia molto avesse a languire, tornata signora di Carrara Maria Beatrice d’Este; e come del pari languisse finchè regnarono Francesco IV e il figliuolo di lui, è soggetto della quinta e della sesta parte del libro. Ringiovanita dal Farini, quando era dittatore dell’Emilia l’Accademia fiori di nuovo (lo dice il Lazzoni nelle due ultime parti del pregiato