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annunzi bibliografici 545
L’Antico Stato di Romano di Lombardia, per Damiano Muoni. - Milano, Brigola, 1871.


Nell’Europa l’Italia è la nazione più ricca di storia e di notizie storiche, onde possiede archivi preziosi e per la storia propria e per quella d’altri popoli. Tra questi archivi sono molto importanti i regii di Milano, dove è primo segretario Damiano Muoni nobile di Antegnate, già conosciuto in Italia e fuori per studii diligenti sui documenti, sulle monete, sulle cronache, sulle memorie topiche dei paesi lombardi. Perchè già pubblicò scritti sulle Zecche, su Antegnate, sulla Resia, su Binasco, su Melzo e Gorgonzola, su Mondrisio , sugli Isei. Molta parte di questi studi egli ora riassume e completa in un bel volume in 8vo di 500 pagine, a proposito delle condizioni antiche del castello di Romano nella Provincia di Bergamo. Usò la parola Stato non nel senso politico, giacche Romano non governò mai sovranamente alcun territorio, ma per dire condizione.

A noi accade sovente di dover lamentare la intemperanza di scrittori che impinguano le magre memorie di qualche castello o borgata di escursioni vaghe nelle storie generali, usurpando tempo e denari mentre sempre più stringe il bisogno di economia anche nei libri. A vedere il volume del Muoni per Romano sospettammo di pleonasmo, ma scorso parte a parte quel lavoro, dovemmo convincerci che è tutto pieno di notizie positive, esposte con sufficiente parsimonia, e, se non tutte nuove, certo tutte meritevoli d’attenzione almeno dai cercatori delle storie locali, e vagliate con critica e diligenza. Fatti minuti che, se ora anche ponno parere di poco momento, quando i tempi nostri saranno lontani, potranno trovarsi notevoli, come ora sembrano a noi le cose semplici ed umili sparse nelle cronache medievali.

Due sono i Romani nell’Italia subalpina; il famoso d’Eccelino; e questo lombardo dell’altro, pure celebre, Bartolommeo Colleoni, e dal quale derivò il cognome alla famiglia del sommo frescante Girolamo Romanino che nella scheda di sua ricchezza mobile si lirma de Romano. Il nome di questo castello ne accenna l’origine; sarà stata villeggiatura o podere di qualche famiglia romana e si scrisse Rumanum pel motivo che i veterani di Traiano si dissero Rumeni. Non fu capo pago romano, perchè altrimenti sarebbe diventato nel sesto secolo chiesa plebana. Invece la sua comunità cristiana riceveva prima del mille il battesimo solenne alla Chiesa bianca ovvero Ghis-alba. Dalla stazione romana fanno testimonianza lapidi votive a Giove ed a Minerva rinvenute a Romano.