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Pagina:Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891).djvu/369

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il libro di antonio billi 349


(117) Degli affreschi nelle tre cappelle dei Servi, descritti dal Vasari più particolarmente, non si è conservato che un avanzo della figura di S. Giuliano (Vasari, t. II, p. 671, n. 1).

(118) Rimane ora in una delle celle del secondo chiostro, dove fu trasportato dal posto sopr’indicato.

(119) Il cenacolo nel refettorio di S. Maria Nuova è perito della lunetta di S. Giuliano poi, esistente sopra la porta della chiesa, si dubita che non sia opera del Castagno. I signori Crowe e Cavalcaselle l’attribuiscono a un pittore ignoto del cinquecento.

(120) Le parole: “uno crucifisso et uno santo Girolamo et Maria, opera excellentissima„ sono copiate dal Petrei in falso luogo. Esse appartengono alla linea precedente: e questo si desume dal confronto del nostro testo con quello dei Codici Strozz. e Gaddiano. Il nostro copista doveva, invece, dopo la parola: “pandolfini„ mettere: “molti huomini famosi,„ come scrivono gli altri due copisti. I dipinti in questione sono le figure delle sibille e di celebri fiorentini, che dalla Villa Pandolfini fra Legnaja e Soffiano furono trasportate al Museo nazionale (Vasari, II, 670, n. 4): ed oggi sono appesi intorno alle pareti della stanza del Cenacolo attribuito al Castagno, in S. Apollonia.

(121) “Sopra la porta del vicario„ vuol dire: “sopra la porta del palazzo del vicario,„ - e difatti in tal guisa scrivono i due altri codici. Questo dipinto era andato in rovina già al tempo del Vasari.

(122) Vedi quanto è detto intorno a questi affreschi alla pag. 680, n. 3, del t. II della recentissima edizione del Vasari, dove si corregge lo sbaglio preso da questo autore riguardo al loro soggetto. Furono cancellati dopo la cacciata de’ Medici nel 1494 (v. Gio. Cambi, Storie Fiorentine, nelle Delizie degli eruditi toscani, vol. XXI, p. 80).


(Paolo Uccello.)

(123) Fin qui il testo è copiato dal Proemio di Crist. Landino.

(124) Così gli affreschi nel primo chiostro di S. Maria Novella, come il monumento di Giovanni Acuto, ambedue opere esistenti tutt’ora, sono descritti dal Vasari II, 208 segu.

(125) Sono periti i dipinti sì nel monastero di Annalena come quelli sulla porta di S. Tommaso in Mercato vecchio: esistevano ancora al tempo di Vasari (II, 206 e 216).

(126) Sono le storie de’ fatti di S. Benedetto nella loggia sopra l’orto del monastero degli Angeli, descritte dal Vasari ma da lungo tempo perite. Non esistono neppure gli affreschi nel chiostro di S. Miniato al Monte, rappresentanti scene della vita de’ santi Padri, che sono ricordati nella linea seguente (Vasari II, 207 e 213).

(127) In quanto alle: “storie in panni„ il Vasari rammenta quelle: “dipinte in tela a tempera in casa de’ Medici„; e riguardo