Pagina:Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891).djvu/403

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archivi e biblioteche 383

separatamente in ordine cronologico: ritenendo questo il miglior modo di sistemazione, finchè uno spoglio d’ogni singola pergamena non ci permetta di unire il tutto in un fondo comune.

Quanto al modo di conservazione materiale impiegai presso a poco il metodo seguito nell’Archivio di Stato in Firenze, portandovi però quelle modificazioni che il minor numero dei diplomi e la separazione dei fondi imponevano. Formai di ogni pergamena un rotolo separato, dal quale, possibilmente nell’angolo destro di cima, pende, da un cordoncino di seta, una striscia di cartone, uguale per tutti; essa indica la provenienza e la data (anno, mese, giorno) della carta. Per impedire che i fondi si mescolassero, il nastro col quale ogni rotolo si lega, è di colore differente pei diversi fondi; e corrisponde a quello del cordoncino, con cui è fissato il cartone ora mentovato.

Sistemati in questo modo i due fondi, ed ottenuti dal Comune i mezzi necessari, disposi le pergamene in un armadio appositamente costruito, diviso in 30 palchetti, 18 per parte, che rappresentano una superficie di circa 40 metri. Le pergamene non vi sono accumulate, ma disposte una accanto all’altra, in modo che i cartoni pendono verticalmente dalle assi, le quali per altezza distano una dall’altra circa un palmo di mano; ed hanno una profondità di centimetri 0,45. I cartoni presentano dunque, a chi apre l’armadio, a prima vista le indicazioni necessarie per trovare a colpo la carta cercata, senza dovere toccare le altre; ed il luogo rimasto vuoto gli indica il posto dove, finito l’esame, dovrà riporta.

Soltanto per le così dette pergamene lunghe (e ci sono tra queste alcune bolle papali di perfetta conservazione) è riservato un palchetto speciale; e lo stesso si dica per quelle a forma di quaderno.

Ho creduto bene d’entrare in questi particolari, per informare chi dopo di me sarà chiamato a tenere in ordine questo prezioso tesoro storico, e per rendere conto dei lavori preparatori fatti per il Codice diplomatico pistoiese.

In tutto questo lavoro sono stato aiutato dal sig. Guido del fu Didaco Macciò, maestro di casa degli Ospedali riuniti, il quale assunse la massima parte della fatica, con disinteresse e con intelletto d’amore.

La tabella seguente informerà del numero e dell’età delle pergamene, ordinate col medesimo sistema si nel Comune come negli altri Archivi, in cui ebbi la fortuna di entrare. Manca nel