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la loggia di or' san michele 75

scute l’urgente necessità di edificare una nuova loggia «perchè l’attuale è più un vituperio che un onore per la città, e perchè per difetto del luogo dove il grano si ripone, spesso sono provenuti gravi danni al Comune; e affinchè l’adorazione della gloriosa Vergine si possa più convenientemente celebrare e il grano e le biade meglio conservare, si fabbrichi un palazzo, che valga per abbellimento ed ornamento della città»1. Nel medesimo decreto si dà ordine, che il provento delle gabelle delle bigonce prestate, e della farina pesata e della spazzatura che si raccoglie sotto la loggia e in piazza, e del grano e delle biade avanzati nel mercato, sia a profitto dell’edifizio nuovo. - E che cosa sarà dell’ oratorio, cioè del pilastro della Madonna, della miracolosa immagine? O, non temono i padri del Comune il giudizio di Dio e lo spirito di vendetta della plebe, offesa nel suo più intimo e sacro sentimento? Avrebbero forse il coraggio di far buttar giìi e annichilire addirittura ciò che il popolo fiorentino fino allora aveva considerato come il suo più grande tesoro? Tra gli spogli del Del Migliore, tratti dal Diario di Ser Recco di Domenico Spinelli, si trova la notizia: «1337 si cominciò a fondare i pilastri della loggia (cioè della nuova loggia) di Or’San Michele, tutti di pietre concie, et ordinarono, che di sopra fosse un magnifico Palazzo per tener il grano e biade del Comune»2. Ora, si sa, che Recco Spinelli nacque nel 1396, e quindi non era contemporaneo al fatto riportato. E vero, che il Vasari, nelle sue Vite, ci notifica che la nuova loggia fu fatta senza alterar il disegno della prima3. Egli era anche più lontano dal 1300 che lo Spinelli, ed è altrettanto vero, che connesse con questa novità ce ne spaccia due altre, provate non vere, di cui tratteremo dopo - ma la relazione del disegno non alterato torna acconcia al nostro

  1. Gaye. Carteggio d’Artisti, Voi. I, p. 48. Firenze, Molini, 1839.
  2. Bib. Naz. Cod. Magliabechiano, Classe XXV, cod. 422.
  3. G. Vasari. Op. cit., pag. 284, s. v. Taddeo Gaddi.