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Articoli 213

taneità indimenticabili della mente e come appoggi stabili per tutta la cultura avvenire, hanno però da essere insegnate solo secondo la possibilità che abbiano gli scolari per apprenderle. Dice bene il Ministro che l’Insegnante ― scelga egli stesso i modi migliori a raggiungere il fine dell'opera propria. — Non occorre e non è possibile, che le idee cardinali di una disciplina siano intese e apprese subito nella pienezza della loro dimostrazione scientifica. E sono male avveduti e da rimproverarsi quegli insegnanti, che vogliono fare sfoggio di alta scienza fuori di proposito. Le dette idee cardinali possono essere indicate utilmente anche facendolo imperfettamente, o con anticipazione dogmatica, o con illustrazioni empiriche, preparando così la mente a comprenderle via via più a fondo e interamente in seguito. E ciò massimamente ritornando nelle classi successive sulle idee medesime.

A proposito di che non è da dimenticare un principio essenzialissimo della Pedagogia. E cioè, che la serie delle discipline da insegnare nel corso degli studj non deve mica seguirsi come la serie delle classi. Guai se così si facesse! Non si farebbe procedere l’insegnamento a tenore dello sviluppo dell’intelligenza. La stessa disciplina, insegnata in un corso inferiore, deve riprendersi in uno superiore, e di nuovo ancora se occorre in un altro. Solo che nell’infimo se ne deve presentare soltanto l’orditura generale, e nei superiori, tornandovi su di nuovo, lo si deve fare più largamente, e con maggiore ricchezza di particolari, e allora anche i principj generali anteriormente appresi, e di nuovo riassunti, devono esporsi più pienamente. Il che riesce facile, perchè l’alunno ne ha già una qualche conoscenza e con ciò la sua attenzione è più libera di applicarsi al nuovo, che si aggiunge, e perchè la mente dell’alunno si è rafforzata coll’età ed ha potuto anche venire in possesso delle cognizioni più larghe necessarie all’uopo.

Ma qui non è tutto. Le stesse particolarità da aggiun-