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Polemiche 83

qualcheduno di essi si conteneva la narrazione attribuitagli. Non la trovai, e mi accorsi che non ci poteva essere, perchè quella storia finisce un trentacinque anni prima dell’epoca relativa. Mi restavano però ancora due dubbi. Primo, che dei frammenti di Sozomeno, contenenti quella narrazione, fossero stati scoperti di fresco; e per eliminarlo ho consultato quante biografie e bibliografie recenti ho potuto. Secondo, che ci fosse sbaglio nel nome, e che, invece di Sozomeno si dovesse leggere, o Socrate, o Niceforo Callisto, o Cassiodoro; e per escluderlo ho dato una scorsa anche a quegli altri storici, come ne può far fede il giornale della detta regia biblioteca.

Ecco le diligenze da me usate per essere sicuro di quello che asseriva. Ecco che cosa fanno certi preti prima di affermare una cosa, invece di imitare il signor De Sanctis, che inventa le citazioni, pronto a darne la colpa agli stampatori, se lo trovano in bugia, e ad inventarne di nuovo delle altre, più false delle prime; senza curarsi punto del pericolo a cui espone la propria riputazione.

Sono incolpato di malignità, di una malignità tutta mia, perchè, facendo uso di quella buona vista che a Dio piacque di darmi, ho letto riunisce, come c’è nei fogli stampati e pubblicati, invece che si unisce, come il signor De Sanctis dice, dover essere scritto nella sua lettera, che sarà, credo, chiusa e nascosta in qualche cassetto della Direzione della Favilla.

Ma col riunisce il passo non ha senso. Perchè? Perchè quando uno dice — il sacerdote riunisce a pregare pei peccati del penitente — altri può domandare — chi? — Benissimo. Ma è peggio se mettiamo si unisce; perchè allora si potrà domandare — a chi? — Col si unisce il passo ha ancor meno senso di prima.

E poi siamo sempre da capo. Come l’espressione accedit precator, non vuol dire, riunisce a pregare, così non vuol dire neanche — massime nel luogo di cui si tratta, — si unisce a pregare. L’errata-corrige non toglie la fal-