Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/63

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buffone! Specehinsi i ciechi gran maestri in dimostrazioni cotali, se vogliono che io dica di loro cose cosi fatte. Ora torniamo agli oblighi che iq vi ho. Io averei caro di uscirne tosto, perché di di in di mi sopragiungono tanti pesi di obligazione sopra le spalle, che si inginocchiaria sotto colai soma uno alifante. Ma carchinmi pure i signori con le loro amorevolezze quanto sanno, ché, finché io potrò respirare, renderò sempre grazie dei benefici recevuti a Vostra Signoria.

Di Venezia, il 29 di genaio 1535.

XLVI

AL SIGNOR BINO SIGNORELLI

Rievoca, commosso, la bontá e il finto militare di Giovanni dalle Bande nere. Io, capitano, ne le due vittorie che, in libero steccato, con l’avere preso e morto l’uno e l’altro aversario, ha ottenuto messer Antonnino, ho sentita tanta allegrezza, che non solo mi credo pareggiar quella di quanti amici e parenti egli ha, ma so che io agiungo a quella che ha fatto provar a lui medesimo il suo istesso valore. Ma perché non vive Giovanni dei Medici? perché non diamo noi compimento a la consolazion nostra, col vedergli premiare le vertè gloriose di cotal sua fattura? Gran cosa che non pure i nobili creati suoi, ma gli spcnditori e i buttiglieri, che lo servirono, vediamo esser diventati illustri capitani! Ognun conosce dei famigli de le sue stalle e cavalli leggieri e uomini d’arme, e in cotal grado risplendere come splendidissimi cavalieri. Egli è pur un bel vanto quello che, oltra tanti altri, si può dare Francesco Maria, avendo si terribil signore, per propria bontá d’animo come per merito di cosi gran duca, riveriti, non pur ubbiditi, i cenni di Sua Eccellenza. Ditemi voi, che avete, da che la morte vi deseparò da la sua reai conversazione e da la scola de le sue invittissime azzioni, cercate e conversate infinite nature di soldati : avete anche trovato