Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/57

Da Wikisource.

fuori: onde séte romito secreto e uomo publico. Ma qual felicitá, qual beatitudine, qual gloria aggiunge a quella di colui che sa, che può e che vòle imitarvi? Oimè! consumar la vita, gittar i danari e perder l’anima a petizion de l’asinaria dei servidori! Che soavitá di mondo è quella di coloro che si riducono ne l’onestá de la natura, osservando la modestia dei suoi ordini con le tempre de la sobrietá, e, senza alterare i privilegi de la mansuetudine con le vanitá de la superbia, si contentano che se stesso attenda a se medesimo, non patendo che gli animali usurpino cotale onore! Ecco: voi tornate la sera al ricovro, apunto capace a lo stato che vi avete saputo eleggere, per ischifare i rimbrontoli de le mogli, le quali usano il corruccio non meno al tornar tosto che al venir tardi. E, se i carboni ricoperti de la cenere non sono spenti, il quarto d’un solfarello vi apiccia il lume; se sono amorzati, date una vocea la vicina, ed ella vi porge da la finestra uno stizzetto con mano o un poccolin di bragia su la paletta: talché voi, mettendo a sbaraglio una fascina, parete uno abate sbraccato al calor d’un fuocarone. Spiccando un canzoncino, vi lasciate venir fame; e, tosto che ella è comparita, recatovi con le rene verso il focolare, date ne la insalata, che vi condiste, e ne la salsiccia, che vi arostiste, con appetito di pescatore, bevendo al boccale, senza temer che la fante puttana o il famiglio assassino vi faccino dietro i visacci. Poi, rivoltovi al fuoco, mirate l’ombra vostra, la quale, sedendo se sedete, rizzandosi se vi rizzate, corteggia Vostra Signoria, mentre Quella o favoleggia con la gatta o manda giú il pasto con le leggende degli altrui fernetichi. E, se il sonno vi assalta, dettovi il buon prò e datovi la buona notte da voi medesimo, vi cacciate nel letto, a malo stento rifatto due volte il mese da voi proprio; e, nel fornir de Pavemaria e del paternostro e del farvi il segno de la croce (ché altri salmi non vi bisognano, perché chi è senza famiglia è senza peccati), conficcate in modo il capo sul piumaccio, che i tuoni farieno piú che miracoli a destarvi. La mattina vi levate e, dilettandovi ne l’arte vostra dilettevole, spettate che due bragiole o una frittatina o la carbonata vi chiamino suso; e, levatovi il