Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/184

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Inteaclendo io che la matre non era in casa (ché altro appunto non desiderava), recapitulai che epsa me venisse ad aprire. Lei respondendo non potere, perché sua matre li aveva cxpressamente comandato, se io li andava, non me aprisse, io de novo li dixe: — Sposa mia bella, aprirne e non aver paura, ché per mia fé non receverai da me alcuna villania. Deh! non me fare piú pichiare e spandere parole, adcioché li vicini e chi va per la via non tengano te e me pazzi. — Infine costei, vedendome pur polito, legiadro, e gustando le dolce parole li usava, vincta da quelle e dal grande amore me portava, me venne ad aprire. E, intrato in casa e Lusso serrato, me dixe: — Che volete mò da me, sposo, anima mia? Ecco che io ve ho aperto. Tornativene indietro per Tamor de Dio, perché, se mia matre qui ve trovasse, s’adirarebbe in tal modo meco, che trista la mia vita! — Io li risposi: —Sposa mia bella, non avere paura: lassa pur el pensiero a me, finché me senti. — Onde, doppo molte parole e acti amorosi, quantunca avesse pure alquanto de l’ombroso, la acarezzai una volta, e poi subito me partii, azoché la matre non me trovasse in casa. La quale, doppo la mia partita venuta, la prima cosa che fece adimandò a la figliuola, dubitando de quello era iniravenuto, vedendomi dimestico e non avere del montone, se io era stato. — Madonna si — respose lei piangendo. — E che te ha facto epso? — El me ha acarezata, c gettatomi poi sopra questa banca, a mio dispecto. — Perché li apristi tu, avendote commandato non li aprisse? — Che volevate vui che facesse, ch’el me minaciava, se io non li apriva, ch’esso me farebbe ancora vivere malcontenta? — Io voleva che facessi el malanno e la mala pasqua, che Dio te dia! — respose la vechia, dandoli una gran gotata. Onde, comprendendo lei io avere facto festa a la figliuola, dixe: — Io te giuro p>er l’anima mia che, se intenderò che mai piú gli apri l’uscio, quando non ce sia, te farò la piú trista figliuola del mondo, ribaldella che tu sei! — dicendole molte altre simile parole iniuriose e minatorie. Il che pervenutome, non so pur per che via, a le orechie, non fu senza mia displicenzia, per avere cognosciuto la matre de la putta altiera