Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/341

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e del potere, fusse senza gelosia, sdegpio e furore. Si che state quieti e non parlate piú, per Dio, ché ben cognosceti che le nostre rasone sono fondate cum tal radice, che male per voi né per alcuno altro se li potrá respondere. — A le quale parole le rise de multi astanti levandose, e chi l’una rasone e chi l’altra afirmare volendo, Andalao Bentivoglio, del conte Andrea carissimo nepote, giovine morigerato, facundo e predito, secundo la sua etate, d’optima virtú, e in tal modo che è iudicato da ciascuno lui essere stato meritamente instituito del nome de quello vero patrizio, che per la excellenzia de le sue singulare e gloriose virtú, al suo tempo, di Bentivogli e del quartiero de porta San Piero, per decreto del generale Consiglio de li Octocento, fu facto primario citadino, disse, ridendo cum dolce maniera: — Deh ! non vogliamo piú questionare cum queste generose donne, magnifica compagnia, de la virtú de la liberalitá, la quale è de tanta excellenzia, che, a voler fare de lei optima discussione, ogni prestante ingegno e gagliarda lingua mancarebbe; ché ben provvide il cielo chiamare a sé la donna; la quale ancora non sarebbe indicata. Unde poniamoli silenzio, ché certo l’uno e l’altro de li effecti de quisti cavalieri sono degni de eterna commendazione. E, perché que.sto cibo è stato ed è duro a masticare, io ne voglio dare uno a le vostre mente dolce e molle a masticare. E però ogni passione poniamo da canto e state a udire, ché piú presto riso che altro prenderete.—