Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/12

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6 i - canzoni



     Trovò gran pregio ancor, dopo il bel volto,
90l’artificio discreto,
ch’in aurei nodi il biondo e spesso crine
in rara e sotil rete avea raccolto;
soave ombra dirieto
rendea al collo e dinanzi alle confine
95de le guance divine,
e discendea fin all’avorio bianco
del destro omero e manco.
Con queste reti insidiosi Amori
preson quel giorno piú di mille cori.


     100Non fu senza sue lode il puro e schietto
serico abito nero,
che, come il sol luce minor confonde,
fece ivi ogn’altro rimaner negletto.
Deh! se lece il pensiero
105vostro spiar, de l’implicate fronde
de le due viti, d’onde
il leggiadro vestir tutto era ombroso,
ditemi il senso ascoso.
Sí ben con aco dotta man le finse,
110che le porpore e l’oro il nero vinse.


     Senza misterio non fu giá trapunto
il drappo nero, come
non senza ancor fu quel gemmato alloro
tra la serena fronte e il calle assunto,
115che de le ricche chiome
in parti ugual va dividendo l’oro.
Senza fine io lavoro,
se quanto avrei da dir, vuo’ porr’ in carte,
e la centesma parte
120mi par ch’io ne potrò dir a fatica,
quando tutta mia etá d’altro non dica.