Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/161

Da Wikisource.

vi - stanze 155

27
     E poi tornando con l’aiuto d’essi
Pavia saccheggia e mette a ferro e fuoco.
Viene in soccorso alli italiani oppressi
il duca d’Arli e ’l borgognon dá luoco.
Ecco i banditi, per esser rimessi,
lasciano in pace la sua Italia poco;
ché v’hanno il duca bavaro condotto,
che da quel d’Arli al primo affronto è rotto.
28
     Il terzo Berringario entra in l’antico
imperio e noma re d’Italia il figlio;
con suo’ bavari in Austria fugge Enrico,
ch’a meza Italia avea dato di piglio.
Ardon Genova i mori e ’l lito aprico
di cristian sangue per tutto vermiglio
si vede; e altrove strage e uccisione,
tra’l figliuol d’Ugo d’Arli e ’l primo Ottone.
29
     Tante volte ritorna Otton, che spigne
il duca d’Arli e Beringario caccia;
né la spada dal fianco si discigne,
prima ch’a Roma imperator si faccia.
Quel ch’era re d’Italia, cosí strigne
lo stato suo, che sol Ravenna abbraccia;
e, mentre quindi i viniziani infesta,
fa che Comacchio arso e distrutto resta.
30
     Il populo roman spesso si vede
levar contra i pontefici tumulto;
altri di vita, altri cacciar di sede;
far a questo uno, a quello un altro insulto.
La Chiesa aiuto ora alla Francia chiede,
ora all’Italia, ora al tedesco inculto;
e sempre Roma e le cittá vicine
patir morti, arsion, sacchi e rapine.