Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/255

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liriche dubbie 249

X

Dove fugge? Tutti sanno i suoi vizi.

     Io sento fabricar tanti sonetti,
tanti versi latin, ch’è maraviglia;
ognun che sa parlar l’impresa piglia,
Cosmico, di scoprir i toi deffetti.
     Donque, miser, che fai, che non assetti
i grussoli, le stampe e la mondiglia?
Fugi; chi da restar qui te consiglia,
credo che di to infamia se diletti.
     O forsi il fai pensando che non pòi
fugir in alcun luoco sí lontano,
ove noti non sian gli vizi toi?
     Bocca, vaso da sperma, monstro strano,
che d’uomen litterati parlar vòi,
non cognoscendo ch’hai studiato invano.
                    Speso hai, o padoano,
al fonte pegaseo diece anni e trenta
e mai potesti ber se non in (la) Brenta!

XI

Pensa di farsi un nome nuovo? Ma non vede che sta per morire?

     Per amonirte, Cosmico, te scrivo
da pietá mosso, e tu pur trai de’ calci.
Non trar, aspetta che la forca salci,
che trar faratti insino al spirto vivo.
     Cancellar pensi il tuo nome cattivo,
ma, se abitassi i monti coi pie’ scalci,
se crederia che per questi antri e balci
tu battesti monete e avesti il pivo.
     Non so se sai quel che al lupo intravenne
quando acquistar bon nome desiava:
a un fanciul che piangeva il se ritenne,