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228 canto


20
     e se l’arreca in spalla, e via la porta,
come lupo talor piccolo agnello,
o l’aquila portar ne l’ugna torta
suole o colombo o simile altro augello.
Vede Ruggier quanto il suo aiuto importa,
e vien correndo a piú poter; ma quello
con tanta fretta i lunghi passi mena,
che con gli occhi Ruggier lo segue a pena.

21
     Cosí correndo l’uno, e seguitando
l’altro, per un sentiero ombroso e fosco,
che sempre si venía piú dilatando,
in un gran prato uscîr fuor di quel bosco.
Non piú di questo; ch’io ritorno a Orlando,
che ’l fulgur che portò giá il re Cimosco,
avea gittato in mar nel maggior fondo,
acciò mai piú non si trovasse al mondo.

22
     Ma poco ci giovò: che ’l nimico empio
de l’umana natura, il qual del telo
fu l’inventor, ch’ebbe da quel l’esempio,
ch’apre le nubi e in terra vien dal cielo;
con quasi non minor di quello scempio
che ci diè quando Eva ingannò col melo,
lo fece ritrovar da un negromante,
al tempo de’ nostri avi, o poco inante.

23
     La machina infernal, di piú di cento
passi d’acqua ove stè ascosa molt’anni,
al sommo tratta per incantamento,
prima portata fu tra gli Alamanni;
li quali uno et un altro esperimento
facendone, e il demonio a’ nostri danni
assutigliando lor via piú la mente,
ne ritrovaro l’uso finalmente.