Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/288

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CANTO VENTESIMOSESTO


1
     Cortesi donne ebbe l’antiqua etade,
che le virtú, non le richezze, amaro:
al tempo nostro si ritrovan rade
a cui, piú del guadagno, altro sia caro.
Ma quelle che per lor vera bontade
non seguon de le piú lo stile avaro,
vivendo, degne son d’esser contente;
glorïose e immortal poi che fian spente.

2
     Degna d’eterna laude è Bradamante,
che non amò tesor, non amò impero,
ma la virtú, ma l’animo prestante,
ma l’alta gentilezza di Ruggiero;
e meritò che ben le fosse amante
un cosí valoroso cavalliero,
e per piacere a lei facesse cose
nei secoli avenir miracolose.

3
     Ruggier, come di sopra vi fu detto,
coi duo di Chiaramonte era venuto,
dico con Aldigier, con Ricciardetto,
per dare ai duo fratei prigioni aiuto.
Vi dissi ancor che di superbo aspetto
venire un cavalliero avean veduto,
che portava l’augel che si rinuova,
e sempre unico al mondo si ritrova.