Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/315

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ventesimosesto 309


108
     Con tal condizïon fu stabilita
la triegua e questo accordo ch’è fra nui.
Come la pugna teco avrò finita,
poi del destrier risponderò a costui.
Tu del tuo scudo, rimanendo in vita,
la lite avrai da terminar con lui;
ma ti darò da far tanto, mi spero,
che non n’avanzará troppo a Ruggiero. —

109
     — La parte che ti pensi, non n’avrai
(rispose Mandricardo a Rodomonte):
io te ne darò piú che non vorrai,
e ti farò sudar dal piè alla fronte:
e me ne rimarrá per darne assai
(come non manca mai l’acqua del fonte)
et a Ruggiero et a mill’altri seco,
e a tutto il mondo che la voglia meco. —

110
     Moltiplicavan l’ire e le parole
quando da questo e quando da quel lato:
con Rodomonte e con Ruggier la vuole
tutto in un tempo Mandricardo irato;
Ruggier, ch’oltraggio sopportar non suole,
non vuol piú accordo, anzi litigio e piato.
Marfisa or va da questo or da quel canto
per riparar, ma non può sola tanto.

111
     Come il villan, se fuor per l’alte sponde
trapela il fiume e cerca nuova strada,
frettoloso a vietar che non affonde
i verdi paschi e la sperata biada,
chiude una via et un’altra, e si confonde;
che se ripara quinci che non cada,
quindi vede lassar gli argini molli,
e fuor l’acqua spicciar con piú rampolli: