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Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/230

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CANTO QUARANTESIMOSECONDO


1
     Qual duro freno o qual ferrigno nodo,
qual, s’esser può, catena di diamante
fará che l’ira servi ordine e modo,
che non trascorra oltre al prescritto inante,
quando persona che con saldo chiodo
t’abbia giá fissa Amor nel cor constante,
tu vegga o per violenzia o per inganno
patire o disonore o mortal danno?

2
     E s’a crudel, s’ad inumano effetto
quell’impeto talor l’animo svia,
merita escusa, perché allor del petto
non ha ragione imperio né balía.
Achille, poi che sotto il falso elmetto
vide Patròclo insanguinar la via,
d’uccider chi l’uccise non fu sazio,
se nol traea, se non ne facea strazio.

3
     Invitto Alfonso, simile ira accese
la vostra gente il dí che vi percosse
la fronte il grave sasso, e sí v’offese,
ch’ognun pensò che l’alma gita fosse:
l’accese in tal furor, che non difese
vostri inimici argini o mura o fosse,
che non fossino insieme tutti morti,
senza lasciar chi la novella porti.