Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/309

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quarantesimoquarto 303


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     Questo debito a lui parea di sorte,
ch’ad amar lo stringeano e ad onorarlo;
e gli ne dolse e gli ne ’ncrebbe forte,
che prima non avea potuto farlo,
quando era l’un ne l’africana corte,
e l’altro agli servigi era di Carlo.
Or che fatto cristian quivi lo trova,
quel che non fece prima, or far gli giova.

9
     Proferte senza fine, onore e festa
fece a Ruggiero il paladin cortese.
Il prudente eremita, come questa
benivolenzia vide, adito prese.
Entrò dicendo: — A fare altro non resta
(e lo spero ottener senza contese),
che come l’amicizia è tra voi fatta,
tra voi sia ancora affinitá contratta;

10
     acciò che de le due progenie illustri
che non han par di nobiltade al mondo,
nasca un lignaggio che piú chiaro lustri,
che ’l chiaro sol, per quanto gira a tondo;
e come andran piú inanzi et anni e lustri,
sará piú bello, e durerá (secondo
che Dio m’inspira, acciò ch’a voi nol celi)
fin che terran l’usato corso i cieli. —

11
     E seguitando il suo parlar piú inante,
fa il santo vecchio sí, che persuade
che Rinaldo a Ruggier dia Bradamante,
ben che pregar né l’un né l’altro accade.
Loda Olivier col principe d’Anglante,
che far si debba questa affinitade;
il che speran ch’approvi Amone e Carlo,
e debba tutta Francia commendarlo.