Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/321

Da Wikisource.

quarantesimoquarto 315


56
     Anzi non vo’ morir; ma vo’ che muoia
con piú ragion questo Leone Augusto,
venuto a disturbar tanta mia gioia:
io vo’ che muoia egli e ’l suo padre ingiusto.
Elena bella all’amator di Troia
non costò sí, né a tempo piú vetusto
Proserpina a Piritoo, come voglio
ch’al padre e al figlio costi il mio cordoglio.

57
     Può esser, vita mia, che non ti doglia
lasciare il tuo Ruggier per questo Greco?
Potrá tuo padre far che tu lo toglia,
ancor ch’avesse i tuoi fratelli seco?
Ma sto in timor, ch’abbi piú tosto voglia
d’esser d’accordo con Amon, che meco;
e che ti paia assai miglior partito
Cesare aver, ch’un privato uom marito.

58
     Sará possibil mai che nome regio,
titolo imperïal, grandezza e pompa,
di Bradamante mia l’animo egregio,
il gran valor, l’alta virtú corrompa?
sí ch’abbia da tenere in minor pregio
la data fede, e le promesse rompa?
né piú tosto d’Amon farsi nimica,
che quel che detto m’ha, sempre non dica? —

59
     Diceva queste et altre cose molte
ragionando fra sé Ruggiero; e spesso
le dicea in guisa ch’erano raccolte
da chi talor se gli trovava appresso:
sí che il tormento suo piú di due volte
era a colei per cui pativa, espresso,
a cui non dolea meno il sentir lui
cosí doler, che i proprii affanni sui.