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334 canto


24
     e che l’eletta ella de l’arme dona,
senza mirar chi sia di lor, che chiede.
E lo potea ben far, perch’era buona
con tutte l’arme, o sia a cavallo o a piede.
Amon, che contrastar con la Corona
non può né vuole, al fin sforzato cede;
e ritornare a corte si consiglia,
dopo molti discorsi, egli e la figlia.

25
     Ancor che sdegno e colera la madre
contra la figlia avea, pur per suo onore
vesti le fece far ricche e leggiadre
a varie foggie e di piú d’un colore.
Bradamante alla corte andò col padre;
e quando quivi non trovò il suo amore,
piú non le parve quella corte, quella
che le solea parer giá cosí bella.

26
     Come chi visto abbia, l’aprile o il maggio,
giardin di frondi e di bei fiori adorno,
e lo rivegga poi che ’l sol il raggio
all’austro inchina, e lascia breve il giorno,
lo trova deserto, orrido e selvaggio;
cosí pare alla donna al suo ritorno,
che da Ruggier la corte abandonata
quella non sia, ch’avea al partir lasciata.

26
     Domandar non ardisce che ne sia,
acciò di sé non dia maggior sospetto;
ma pon l’orecchia, e cerca tuttavia
che senza domandar le ne sia detto.
Si sa ch’egli è partito, ma che via
pres’abbia, non fa alcun vero concetto;
perché partendo ad altri non fe’ motto,
ch’allo scudier che seco avea condotto.