Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/360

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354 canto


104
     E inanzi agli altri, a lei provar lo vuole,
quando pur di negarlo fosse ardita,
ch’in sua presenzia ella ha quelle parole
dette a Ruggier, che fa chi si marita;
e con la cerimonia che si suole,
giá sí tra lor la cosa è stabilita,
che piú di sé non possono disporre,
né l’un l’altro lasciar, per altri tôrre.

105
     Marfisa, o ’l vero o ’l falso che dicesse,
pur lo dicea, ben credo con pensiero,
perché Leon piú tosto interrompesse
a dritto e a torto, che per dire il vero,
e che di volontade lo facesse
di Bradamante, che a riaver Ruggiero
et escluder Leon, né la piú onesta
né la piú breve via vedea di questa.

106
     Turbato il re di questa cosa molto,
Bradamante chiamar fa immantinente;
e quanto di provar Marfisa ha tolto,
le fa sapere, et ecci Amon presente.
Tien Bradamante chino a terra il volto,
e confusa non niega né consente,
in guisa che comprender di leggiero
si può che Marfisa abbia detto il vero.

107
     Piace a Rinaldo, e piace a quel d’Anglante
tal cosa udir, ch’esser potrá cagione
che ’l parentado non andrá piú inante,
che giá conchiuso aver credea Leone;
e pur Ruggier la bella Bradamante
mal grado avrá de l’ostinato Amone;
e potran senza lite, e senza trarla
di man per forza al padre, a Ruggier darla.