Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/379

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     E corse senza indugio ad abbracciarlo,
né dispiccar se gli sapea dal collo.
Rinaldo, Orlando, e di lor prima Carlo
di qua e di lá con grand’amor baciollo.
Né Dudon né Olivier d’accarezzarlo,
né ’l re Sobrin si può veder satollo.
Dei paladini e dei baron nessuno
di far festa a Ruggier restò digiuno.

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     Leone, il qual sapea molto ben dire,
finiti che si fur gli abbracciamenti,
cominciò inanzi a Carlo a riferire,
udendo tutti quei ch’eran presenti,
come la gagliardia, come l’ardire
(ancor che con gran danno di sue genti)
di Ruggier, ch’a Belgrado avea veduto,
piú d’ogni offesa avea di sé potuto;

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     sí ch’essendo dipoi preso e condutto
a colei ch’ogni strazio n’avria fatto,
di prigione egli, mal grado di tutto
il parentado suo, l’aveva tratto;
e come il buon Ruggier, per render frutto
e mercede a Leon del suo riscatto,
fe’ l’alta cortesia che sempre a quante
ne furo o saran mai, passará inante.

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     E seguendo narrò di punto in punto
ciò che per lui fatto Ruggiero avea;
e come poi da gran dolor compunto,
che di lasciar la moglie gli premea,
s’era disposto di morire; e giunto
v’era vicin, se non si soccorrea.
E con sí dolci affetti il tutto espresse,
che quivi occhio non fu ch’asciutto stesse.