Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/420

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414 nota

né il come, l’errore fu avvertito, e per nostra fortuna il mezzo foglio venne rifatto. Non usava a quel tempo, o in ogni caso era un lusso da gran signore, mandare al macero i fogli rifiutati, che penso fossero in molte copie: cosí s’ebbero esemplari scorretti ed esemplari buoni. E chissá quanto il Poeta si dolse di questa disavventura, per cui una bella serie d’ottave fra le piú belle veniva a presentarsi, e proprio sul principio del Poema, con parole e forme e versi che non erano piú di suo gusto.

Gli esemplari di C col mezzo foglio rifatto sono aristocratici: trattasi di copie date in omaggio, ovvero serbate (forse l è l’unico superstite) per uso dell’Autore sempre malcontento dell’opera sua. E pertanto, come le migliori erano in mani troppo nobili perché se le lasciassero sfuggire ad opera di stampatori, e in ogni caso scarse di numero; avvenne che il Furioso quale oggidí si legge, sia pure nelle piú celebrate ristampe, riproduca una lunga serie di lezioni cattive. Rispecchiano il Tipo 1°, piú o men fedelmente secondo il vario ingegno degli Edd., la famosa edizione del Ruscelli (1556) immeritamente fortunatissima, quella del Barotti (1766), quella citata del Reina nei Classici italiani, e infine le due che vincono tutte le altre per l’intelligenza e la scrupolosa cura, del Morali (1818) e del Panizzi (1834), la prima delle quali fu tolta a modello da quasi tutte le ristampe che si son fatte del Poema sino ad oggi.