Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/437

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nota 431

leggesse od emendasse Donna alcuna; che cosí parrebbe a primo tratto doversi leggere. Compresa la causa probabile dell’errore, e considerando che il costrutto di C è non meno insolito che inefficace, mentre correggendo otteniamo un’espressione chiara e viva e rispondente al passo (cfr. anche il v. 7 della stanza che segue), non esitiamo ad accogliere la lez. di α. Giá il Ruscelli corresse in questo senso; poi, forti dell’autogr., il Barotti, il Lisio ed altri.

Potrebbe anche essere un errore di stampa, ma si può difendere, quel che si legge nel c. VIII. Alcina, avuto notizia della fuga di Ruggiero, fa dare all’arme e raccoglier la sua gente; ed una parte manda per quella strada che aveva preso il fuggitivo,

al porto l’altra subito raduna
e imbarca, et uscir fa ne la marina A

imbarca: et uscir fa ne la marina B

in barca, et uscir fa ne la marina C VIII 13, 4.

Mentre il Ruscelli, racconciando a modo suo, stampa L’imbarca, gli altri Edd. (Barotti, Morali, Panizzi) accettano la lezione di C. In AB si descrivono le tre azioni successive, raccoglier la moltitudine sul porto, imbarcarla, farla uscire al largo; e cosí ancora ha inteso il Ruscelli, pur senza consultare le prime edd. Non nego che qualche ragione si potrebbe anche avanzare in favore della lez. di C, ma mi par meglio rispondente al senso, che la moltitudine sia radunata nel porto, per subito imbarcarla, anzi che senz’altro in barca: sto dunque col Ruscelli, ma non aggiungo ad imbarca, che sarebbe un arbitrio, il pronome.

Invece, benché non possa nascondere le mie preferenze, vedendo concordi tutti gli Edd. (eccetto Lisio), rispetto una lezione cui forse gioverebbe un piccolo ritocco. Nella feroce isola d’Ebuda, ogni giorno alla vorace orca che viene al lido i crudi abitanti danno in pasto una donna od una fanciulla comprata o rapita da mercanti e corsari che vanno intorno per provvedere alle orribili fauci:

          che mercanti e corsar che vanno attorno
          ve ne fan copia, e piú delle piú belle (IX 13, 1-2).

Qui l’autogr.: «Ve ne fan copia: e pur de le piú belle», cosí nella minuta, salvo che in essa manca il punto doppio, come nella definitiva; e, osserva il Lisio, «assai piú chiaro mi sembra dare in