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canto quarto. 87


31 Vede in prua, vede in poppa e nelle sponde
Crescer la fiamma, e per tutte le bande:
Ben certo è di morir, ma si confonde,
Se meglio sia nel foco o nel mar grande:
Pur si risolve di morir nell’onde,
Acciò la morte in lungo un poco mande:
Così spicca un gran salto dalla nave
In mezzo il mar, di tutte l’armi grave.

32 Qual suol vedersi in lucida onda e fresca
Di tranquillo vivaio1 correr la lasca
Al pan che getti il pescatore, o all’esca
Ch’in ramo alcun delle sue rive nasca;
Tal la balena, che per lunga tresca
Segue Ruggier, perchè di lui si pasca,
Visto il salto, v’accorre, e senza noja
Con un gran sorso d’acqua se lo ingoja.

33 Ruggier, che s’era abbandonato e al tutto
Messo per morto, dal timor confuso,
Non s’avvide al cader, come condutto
Fosse in quel luogo tenebroso e chiuso;
Ma perchè gli parea fetido e brutto,
Esser spirto pensò di vita escluso,
Il qual fosse dal Giudice superno
Mandato in purgatorio o giù all’inferno.

34 Stava in gran tema del foco penace,
Di che avea nella nova Fè già inteso.
2Era come una grotta ampia e capace
L’oscurissimo ventre ove era sceso:
Sente che sotto i piedi arena giace,
Che cede, ovunque egli la calchi, al peso:
Brancolando, le man quanto può stende
Dall’un lato e dall’altro, e nulla prende.

35 Si pone a Dio, con umiltà di mente,
De’ suoi peccati a dimandar perdono,
Che non lo danni all’infelice gente
Di quei ch’al ciel mai per salir non sono.
Mentre che in ginocchion divotamente
Sta così orando al basso curvo e prono,


  1. Il Molini stampò, con nuovo esempio, vivai. Usò questo trittongo il nostro poeta ancora nelle Satire.
  2. L’idea di questa balena la levò il poeta da Luciano, sul fine del primo libro della sua Vera istoria. — (Barotti.)