Intanto, ecco il pastor delli pastori,
Ch’apre a suo modo e serra il paradiso:
Carlo, che con le chiavi il gran stendardo
Vide, a smontare a piedi non fu tardo;
44 E al pontifice andando, inginocchiòsse,
Ed umile baciògli1 il sacro piede.
Il papa ad abbracciarlo allor si mosse,* 1
E la benedizion dappoi gli diede;
E, sorgendolo2 il papa, alfin levòsse,
E a ciò che li comanda assente e cede;* 2
E per entrar con quel dentro a Parigi,
Sopra il destrer montò senza litigi.3
45 Così verso Parigi ognun s’invia;
E il primo fu Gualtier da Monlione,
Che avéa re Desiderio in compagnia
E tutta la lombarda nazïone;
Poi delle guardie l’ordine seguia:
Dalla man destra è quella di Leone,
Dalla sinistra sta quella di* 3 Carlo,
Ch’il suo segue ciascuna e vuol guardarlo.
46 Da un canto stan le guardie, e non intorno,
E fan come due corna in quel confino.
Da destra stava,* 4 di belle armi adorno,
Al papa un stormo di Roman vicino:
Poi si vedeva dal sinistro corno,
A lato a Carlo, ogni suo paladino
Allora alla sua guardia deputato,
Ciascuno adorno e di belle armi armato.
47PeiFonte/commento: correz. del trascrittore seguiva Leon con viso lieto,
Armato in sella in abito viandante;4
E Carlo appar con lui, ma pur più indrieto
Tanto, ch’il papa si può dir più avante:
Così fu allor quello ordine discreto5